sabato 4 luglio 2009

Sintesi e modem capricciosi


Nella vita capitano cose strane. Come, per esempio, che, chiedendo il rimborso per un modem difettoso, ci si senta dire che non sarà possibile riavere indietro il denaro, ma si potrà invece ricevere qualunque altro prodotto in vendita fino a coprire il costo del pezzo restituito.
E se il negozio in questione, oltre al reparto informatica, ha anche un reparto fumetti, magari decidi di colmare una tua grave lacuna fumettistica e farti una scorpacciata da 80 euro di Hellboy.
I vantaggi? In primo luogo un fumetto non entra in conflitto con nulla di nulla, non ha una scheda madre con cui non andare d'accordo, non ha cavi, non causa la caduta di santi e contro-santi nel tentativo di farlo funzionare: fa da sé. La cosa più grave che ti possa succedere è dimenticarti di cenare perché sei catturato dalla lettura e, con i lavori di Mignola, questo è un rischio da tenere decisamente presente.

Ovviamente non sto parlando dei fatti miei a caso, ma per introdurre un argomento ben preciso.
La sintesi.
Che cosa c'entra ora la sintesi con tutto quello che si è detto finora?
Abbiate pazienza, ci arriviamo.
Ebbene, la sintesi (come mi ha insegnato Sergio Badino quando, a cavallo fra il 2004 e il 2005 seguii il suo master in soggetto e sceneggiatura, che ha rappresentato, per me, l'inizio del cammino) è un concetto che a uno sceneggiatore deve entrare bene in testa sin da subito: non ci è concesso sprecare spazio inutilmente e, a volte, anche una vignetta può essere di troppo.
Quando, per raccontare una storia, hai a disposizione quattro tavole, ovviamente non puoi perderti in troppi rigiri. Devi dire tutto quello che c'è da sapere, facendo sì che, per giunta, si tratti di cose comprensibili senza sforzo da parte del lettore (non sta a lui colmare le lacune delle nostre storie, ma a noi: quando, come lettore/spettatore mi trovo a dover fare ipotesi sul "come", perché la storia non mi ha fornito nessun elemento, allora c'è qualcosa che non va nella storia).

Regola n°1: niente Divine Commedie.
Regola n°1 bis: niente voli pindarici.

Ed è qui che serve la sintesi, cioè il saper individuare i "nodi" della nostra storia e focalizzarsi su quelli.
Ed è qui che, finalmente, arriviamo al Maestro Mignola.
La storia "Il Cadavere" (contenuta nell'albo n°3, "Hellboy - la Bara Incatenata e Altre Storie" edito in Italia dalla Magic Press), oltre ad avere uno straordinario sapore di fiaba celtica, è uno sfoggio di stupefacente abilità sintetica. Leggendo l'introduzione di Mignola stesso all'episodio, infatti, veniamo a sapere che la storia fu originariamente pensata per una pubblicazione di due tavole per numero.
La sfida, vinta, è stata quella di far quadrare la storia a botte di due tavole alla volta. In ogni coppia di tavole, dice Mignola, doveva succedere qualcosa di interessante. Alla fine, la storia è composta di tanti "mini episodi" in cui Hellboy ogni volta avanza di un passo verso la soluzione della vicenda. Una serie di minuscoli archi narrativi, completi, nel loro piccolo, di incipit, corpus e desinit, cioè inizio, parte centrale e finale.
Nello spazio di due tavole, accade sempre un fatto completo, mai interrotto a metà (salvo per ottenere i "cliffhanger" tra un episodio e l'altro che, con il montaggio unitario della storia diventano eccellenti esempi di "voltapagina") o incompleto. Non ci sono mai salti incomprensibili nella logicità del racconto.
Si può solo che imparare da lavori del genere, soprattutto se, come me, si è alle prime armi e ci si confronta per le prime volte con le difficoltà connesse alla professione.
Questo è, d'altronde, uno dei lati piacevoli: anche mentre leggiamo Hellboy, stiamo lavorando, anzi, stiamo studiando. Francamente, al liceo, avrei pagato per poter studiare Hellboy tutto il giorno.
Saluti a tutti!

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