mercoledì 30 settembre 2009

I Buoni Presagi di Gaiman e Pratchett

Ora, come scopre chiunque parli con me per più di 5 minuti secondi, una delle mie grandi passioni è la letteratura detta Fantasy, branca che, nel corso della sua esistenza dalla sua creazione ha, ahimé, visto uno dei più smodati e irresponsabili utilizzi dei cliché creatisi nel tempo.
Un autore che, come Pratchett in "Guards! Guards!", prenda questi cliché e li sbrindelli in una storia divertente e veloce, uno di quei libri di difficile lettura non tanto per il linguaggio usato, ma piuttosto per lo scomodo fatto di doversi interrompere di tanto in tanto per placare risate convulse, ebbene, un autore come lui non poteva che andare dritto nella mia top ten, sin da quando, durante una delle mie frequenti passeggiate senza meta in libreria, ho per caso preso in mano "Guards! Guards!" e ne ho letto le cinque righe di introduzione.
Con Gaiman l'approccio è stato differente. Per la precisione avvenne in un'aula della facoltà di Bologna (uno dei tanti atenei presenti in città), dove era stato organizzata questa conferenza tenuta da Gaiman stesso. Era il 2002 o il 2003 e ancora non avevo mai letto nulla di suo. Per farla breve la conferenza fu talmente interessante che la sera stessa, sul treno di ritorno verso Genova, mi bevvi tutto Coraline, apprezzandolo immensamente.
Ebbene, se due personaggi così si mettono insieme, il risultato non può essere poi tanto pessimo.
Di "Good Omens" non ne avevo mai sentito parlare, ma, trovandomi in Norvegia alla vigilia del rientro (che si prospettava essere una lunga giornata passata a un sacco di metri dal suolo o su qualche sedile dell'aereoporto di Monaco), ho pensato che una lettura avrebbe potuto farmi comodo.

Di che parla "Good Omens"? Ma della fine del mondo, è ovvio. L'assunto da cui parte il libro è che l'Armageddon è alle porte, il Figlio di Satana è nato e deve essere scambiato con un altro bambino, perché possa essere segretamente educato per adempiere il proprio destino. Fin qui tutto ok, se non che, al momento dello scambio delle culle ci si incasina e si perdono le tracce del satanico infante... Che succederà?
Un sacco di cose buffe e divertenti.

Questo romanzo è popolato di personaggi divertenti e ben delineati, che danno il via a un carosello di avvenimenti capaci di tenerti incollato alle pagine, spesso anche con il fiato sospeso, facendoti ridere a crepapelle. Si tratta di un'esperienza mistica quanto può essere mistico il dolore dei crampi da risate, misto al fatto che non vuoi fermarti per riprendere fiato, bensì andare avanti nonostante le pareti addominali implorino decisamente pietà. Non mistico quanto camminare sui carboni ardenti, ma abbastanza.

Dal punto di vista tecnico, la trama funziona come un orologio: tutti i personaggi hanno una loro funzione (non ci sono personaggi che stanno lì for the fun), che assolveranno entro la fine del romanzo. Chi più chi meno. Il tutto va a formare una lettura non banale da seguire, anche se a tratti può sembrare il contrario e anche se si capisce, o si crede di capire, come andrà a finire, rimane sempre il dubbio: con due come Pratchett e Gaiman può succedere di tutto e il contrario di tutto ed è questo che ti tiene incollato lì, in attesa del Giorno del Giudizio...

Un acquisto consigliatissimo. Se riuscite a mettere le mani sulla versione in lingua originale, come ho fatto io, ne guadagnerete: in primo luogo perché la traduzione non è quasi mai un valore aggiunto (anche quando è fatta bene - ed è difficile che lo sia, ma di questo magari ne riparliamo un'altra volta - si perde inevitabilmente qualcosa), in secondo luogo, se siete appena un po'più di un minimo familiari con la lingua inglese, apprezzerete senza dubbio le centinaia di giochi di parole e di doppi sensi utilizzati dagli autori.
Ora basta, vi lascio ai Quattro Cavalieri dell'Apocalisse, che sono Morte, Guerra, Fame e Inquinamento (essendosi Pestilenza ritirato appena dopo la scoperta della pennicillina). A presto!


Il libro, in versione originale, nelle due differenti copertine disponibili.
Io possiedo quella bianca e, stranamente, ha già assunto un aspetto vissuto.*

* - Qualunque libro da me posseduto, rimane in genere perfettamente preservato, a prescindere dal fatto che io lo porti con me in viaggio o meno. La teoria dei due autori in merito a questo particolare romanzo, però, è che finisca magicamente per essere tenuto assieme col nastro adesivo e, per la miseria, comincio a crederci.

mercoledì 23 settembre 2009

Altri eroi d'infanzia....

Non so voi, ma io da bravo bambino in età pre-scolare durante i cotonatissimi anni 80 mi sono fatto scorpacciate e scorpacciate di A-Team. Erano il mio telefilm preferito, con quei quattro eccellenti personaggi (io volevo sempre fare P.E., ma non me lo lasciavano mai fare, in compenso ero Sberla e un mio amico era il Murdock perfetto, anche nella realtà!).

Negli anni la TV ha continuato a proporli, sempre di mattina, quindi non potevo guardarli sempre perché dovevo ovviamente andare a scuola, così ne approfittavo quando stavo male o durante le vacanze. Sveglia alle 8 del mattino, alle 9 appuntamento con Hazzard, alle 10 Starsky & Hutch (o McGyver), alle 11 A-Team.
Che divertimento, quando costruivano armi straordinarie con pezzi di scarto presi nei posti più improbabili (e i cattivi, ogni volta che li catturavano, li chiudevano sempre dove loro potevano trovare qualcosa di utile per sconfiggerli!).

Ebbene, a volte ritornano. Una Hollywood sempre più povera di soggetti originali (per non dire priva...), che già da anni rispolvera, con discreto successo, le vecchie glorie della TV passata, non poteva esimersi dal rinvangare questo quartetto di veterani ingiustamente perseguitati, che se ne vanno in giro per l'America a risolvere i problemi della brava gente e a far sì che i cattivi la paghino, senza mai uccidere nessuno, perché altrimenti non sarebbero i buoni.

E così, secondo imdb, nel 2010 dovrebbero approdare sul grande schermo. I personaggi sono sempre loro: il mitico John "Hannibal" Smith, geniale capo del gruppo ed estimatore di sigari e piani ben riusciti, impersonato dal compianto George Peppard; Templeton Peck (detto Faccia da Sberle o semplicemente Sberla), istrionico marpione, i cui panni erano indossati da Dirk Benedict; Bosco "B.A." Baracus (dove B.A. sta per Bad Attitude, tradotto in P.E. -Pessimo Elemento- in italiano, non propriamente una traduzione letterale, ma una buona traduzione e, soprattutto, una traduzione a cui sono rimasto affezionato), che è la forza bruta del gruppo, aveva il volto nero e incazzato di Mr.T; infine "Howling Mad" Murdock, Murdock il Matto, pilota eccezionale e pazzo "noto e certificato", aveva il volto dell'attore Dwight Schultz.

Ovviamente i volti sono cambiati: Liam Neeson sarà Hannibal, Brad Cooper, invece, Sberla, B.A. verrà impersonato da Quinton Jackson, ex campione di arti marziali, mentre si vocifera che la parte di Murdock debba andare a Sharlto Copley.

Volti nuovi, ambientazione nuova. Eh sì, perché se negli anni '80 un veterano era per forza un veterano del Vietnam, oggi si cambia: l'A-Team sarà reduce dalla guerra del Golfo, più attuale e sentita.
Detto questo non si può che parlare dei dubbi che un tale progetto instilla nella mente del fan come me.
Che dire, vedremo? Vedremo.


L'A-Team originale. Mitici!
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