mercoledì 29 dicembre 2010

martedì 26 ottobre 2010

Il Ladro di Sogni - di Andrew Pyper

SPOILER

Siete avvisati




Ebbene sì, l'ho fatto. Un'altra volta.
Sì, perché io soffro di una rara malattia. Nulla di venefico, mefitico né contagioso. Semplicemente, di tanto in tanto il mio occhio viene irresistibilmente attratto da un libro, un libro a caso, in vendita su uno scaffale qualsiasi, e si fa comprare.
Questa volta mi trovo fra le mani "Il Ladro di Sogni" (in originale: "The Killing Circle", come potete notare dalla copertina qui sopra). Il romanzo è un thriller, genere cui non sono affezionatissimo. Io sono più tipo da genere Fantasy, ma ho la decenza di sentirmi in colpa quando penso alla limitatezza del prediligere un unico genere, quindi rimango aperto anche a tutto il resto. Il guaio è che deve venirmi l'uzzolo.
Sono un lettore capriccioso e viziato.

Comunque, giunto a casa, mi lancio nella lettura di questo romanzo. Carino, scorrevole. Mediamente riesce a incuriosirmi, nonostante parli di un perfetto idiota che vorrebbe essere il protagonista. Per di più un idiota senza motivo d'esserlo, la razza peggiore: gli idioti apposta.
D'altronde, il protagonista dev'essere necessariamente un idiota: in quella vicenda, persino una persona dotata delle non eccelse capacità investigative di Watson avrebbe risolto il mistero e consegnato i veri colpevoli alla polizia ben prima che le persone comincino a venir fatte a pezzi.
E anche questo è normale, quando il figlio di 8 anni è palesemente più intelligente del padre.
Ma tutto questo fa in qualche modo parte del gioco.
Il patto è che io starò al gioco dell'autore, anche se in realtà ho capito tutto, mentre lui mi darà in cambio un finale degno di questo nome, un finale che mi dia i thrill.

Ed è questo il difficile dello scrivere un thriller. Lo sanno tutti che l'identità dell'assassino sarà nota al lettore più o meno da pagina 102 (o 34, o 96). E sappiamo tutti che cosa succederà agli amici del protagonista. Quello che paga, in un thriller, è avere comunque una sensazione d'angoscia alla fine del romanzo: devi arrivare alla conclusione girando le pagine una dopo l'altra, leggendo "ancora un capoverso" quando la cena è pronta da dieci minuti e la minestra è così stanca di aspettarti che ti chiama a gran voce.
Dopotutto, è uno dei piaceri della lettura: un mondo che ti cattura a tal punto da farti fare la figura del perfetto imbecille con le persone vere con cui avevi appuntamento mezz'ora prima.

Purtroppo, è proprio quello che manca al romanzo in questione: finale stanco, mollo, affrettato al punto da risultare nebuloso, confuso, come se l'autore alla fine fosse troppo stanco per dare una soluzione alla vicenda. Niente colpi di scena, niente tensione sulla sorte dei personaggi.
Non riesce a essere inquietante nemmeno facendo sopravvivere i colpevoli.

lunedì 4 ottobre 2010

Boot e reboot: te li do io i boot e non ti dico dove

Qui trovate un breve richiamino, dato che del film e delle difficoltà che attraversa ne avevo già parlato. Sì, ma quale film?
Parlo del soffertissimo Spider Man 4.
Rispetto al mio precedente post, nessun attore, fra gli allora "rumored" rimane associato al progetto e, a quanto pare, nessun altro di quelli che abbiamo visto in precedenza, cosa peraltro coerente con il termine reboot.
In compenso, Emma Stone potrebbe essere la nuova Mary Jane Watson.
Nel ruolo di Spidey, pare confermato Andrew Garfield.
Al di là di questo, il progetto non ha ancora un titolo ufficiale, se ne parla ormai da tantissimo tempo, siamo a tre anni di distanza dal pessimo Spider Man 3 e si parla di dover attendere il 2012 per vedere questo quarto film, che in realtà sarà un "Uno Bis" di cui francamente ci si chiede l'utilità.
Che si sa di certo? Nulla, se non che stanno facendo un gran paciugo.
A questo punto è una gara fra Spidey e il calendario dei Maya.
Non so voi, ma io tengo per questi ultimi: senza dubbio è, fra le due, la prospettiva più divertente.

Quando si dice che un progetto rimane invischiato
in un Production Nightmare.

domenica 3 ottobre 2010

Piccoli esploratori dell'Infinito

Verne fu il primo. Lui immaginò un proiettile sparato da un cannone e, ancora una volta, il suo genio precorreva i tempi, la sua fantasia andava oltre e vedeva ciò che gli altri non riuscivano a vedere.
Vero: i Greci furono i primi a fare il gioco dei puntini e dare forma e nome alle costellazioni e Galileo fu il primo a guardare il cielo con occhio scientifico, riuscendo a capire che non siamo al centro di qualche gigantesco uovo divino, ma abitiamo più che altro nei sobborghi.
Ma fu Verne il primo a dire: "E se potessimo volare fin lassù?"
Nel 1969 Neil Armstrong, con il suo piccolo, gigantesco passo, rispose a quella domanda. Lui e tutti gli uomini della NASA, che in quell'epoca uscivano vincitori dalla celeberrima corsa alla Luna contro il "nemico di sempre" (per citare, inversamente, Marko Ramius da Caccia a Ottobre Rosso).
E chi di noi non ha immaginato, da piccolo, di essere un astronauta?
Cosa farai da grande? L'astronauta!
Standard.

Poi si cresce, si capisce che siamo ancora molto indietro e che, bene o male, i marziani là fuori non ci sono, più che altro c'è lavoro per Giacobbo e chi, come lui, è sempre a caccia di una roccia dalla forma strana.
Si cresce e si capisce che non è mica così facile andare nello spazio, che serve un addestramento da Superman, bisogna studiare duramente, fare calcoli complicatissimi, conoscere la meccanica e una dozzina di altre discipline scientifiche. Insomma, non basta dire "Scotty, teletrasporto!" per trovarsi sul ponte di un'astronave in viaggio verso frontiere inesplorate.
Si cresce e al TG si sente dire che, a causa della crisi, vengono tagliati i fondi alla NASA e che, ancora una volta, i "grandi" ci dicono "Bambini, ora basta giocare!"
E "lo spazio" viene messo nel dimenticatoio, inizi a credere a chi dice che non c'è vita là fuori, che siamo solo noi. Più o meno.
E poi viene fuori che i nostri cari cervelloni col naso all'insù hanno scoperto questo pianetino, dal nome scientifico orrendo di Gliese 581g. Gliese 581 perché è il nome della stella (una nana rossa grande un terzo del nostro caro Sole, distante 20 anni luce da noi) attorno a cui orbita. La lettera "g" identifica il pianeta, distinguendolo dagli altri fratellini del suo sistema.
Il caro "G" ha una particolarità: pare proprio che sia alla distanza giusta dalla sua stella per ospitare le condizioni favorevoli alla vita.
Ed è così che, a 29 anni, ti ritrovi a sognare di astronavi e alieni e mondi inesplorati. E vedi quello che vedeva Verne: l'Universo è la prossima frontiera. Lontanissima, per il momento, perché la nostra conoscenza tecnica non ci consente che di sognare a occhi aperti, ma a me basta questo per entusiasmarmi, non solo in senso professionale.

Ormai l'astronauta non lo voglio più fare o, per essere precisi, ormai so che non sarò un astronauta, ma trovo bello sapere che questo sogno passerà oltre e accompagnerà altri e che, prima o poi, qualcuno lo potrà realizzare.
E quando questo qualcuno, novello esploratore dello spazio, metterà piede su un mondo sconosciuto, sono convinto che sentirà l'applauso di generazioni di sognatori.

Certo, magari in quel momento potrebbe fargli comodo lui...

When in doubt... Pull out Dutch!

... Ma questa è un'altra storia!

giovedì 30 settembre 2010

Generazione 80 - Parte Seconda

Non potevo non metterla.
Questa sigla è un fottuto capolavoro.

mercoledì 29 settembre 2010

Conan, 2011

Ne avevamo già parlato qui.
Non vi avevo nascosto il mio scetticismo, appena sei mesi fa, per questa nuova produzione, soprattutto per quanto riguardava la scelta dell'attore protagonista. Un reboot, come va di moda chiamare oggi le idee riciclate.
Ebben, da allora il progetto è cresciuto e quelle che erano solo voci sono diventati dati tangibili. Le riprese sono partite (e ormai quasi sul punto di finire, presumo) e, benché non sia ancora stata resa nota una data precisa, il film "Conan" dovrebbe vedere la luce nel 2011.
E, devo dire, i miei dubbi stanno cambiando d'abito.
Si stanno vestendo da scimmia.

Il regista, Marcus Nispel, mi lascia sempre freddino per via di Pathfinder, che non esiterei a definire, prendendo una famosa frase di Catullo, "cacata carta" (espressione latina che non necessita di traduzione), se solo la pellicola fosse carta.
Va però detto che le ambientaziooni erano buone e lo stile crudo può ben favorire la rappresentazione dell'Era Hyboriana che Howard immaginava.

Jason Momoa, invece, è una sorpresa più piacevole, perché, come potete vedere dalla fotografia sottostante, risulta davvero convincente. Apprezzabilissima la scelta di discostarsi dall'icona del culturismo imposta dall'ormai mitica figura di Arnold il Conquistatore, per avvicinarsi di più al "gigante bronzeo pieno di cicatrici e dal petto villoso" immaginato da Howard.
Guardare per credere.
"Ti spiezzo in due", diceva qualcun altro, venticinque anni fa.

Nel cast confermati Rose Mc Gowan (impegnata tra l'altro in un progetto, purtroppo tutt'altro che avviato, riguardante Red Sonja, di sempre Howardiana memoria, a cui auguro maggior fortuna e godibilità che non all'obbrobrio targato De Laurentis del 1985), Ron "Hellboy" Perlman, nei panni del padre di Conan, e, dulcis in fundo, Stephen Lang, il coriaceo Quaritch di Avatar, vestirà i panni del main villain.
Ci aspettiamo di sicuro botte da orbi, con questi muscoli in circolazione.

Il 2011 non è lontano. Il 2011 non è lontano. Il 2011 non è...

Verniciatura

Buongiorno. Nuova faccia per il blog. Enjoy!

martedì 28 settembre 2010

Generazione 80.

La mia generazione ha avuto la grande fortuna di crescere nell'epoca d'oro dell'animazione giapponese. E, fortuna parallela, in un'epoca d'oro per il doppiaggio italiano.
Il titolo del post poteva in realtà andare un po'più indietro con gli anni: generazione 70-80, a dire il vero. Ma ho deciso di essere egocentrico e scegliere i glamorous eighties in cui sono nato io, sebbene gli anni '80 abbiano in realtà visto solo il declino e la fine di questo periodo, che non è arrivato a veder nascere gli anni '90.

La nostra infanzia (di noi nati tra gli anni 70 e i primissimi 80) è stata accompagnata da miti come Lupin III, Occhi di Gatto, Lady Oscar, Capitan Futuro, Capitan Harlock, Galaxy Espress, Robotech, Pollon, Hallo Spank, Kiss Me Licia, Kyashan, Kenshiro, Devil Man, L'Uomo Tigre (alcuni di questi divennero vere e proprie icone di un'epoca), ma anche e soprattutto da un'infinita serie di robot giganti che proteggevano la Terra da orribili alieni rompiballe, che nulla avevano di meglio da fare se non andare a Tokio a tirare giù qualche decina di palazzi e farsi nuclearizzare dall'eroico ammasso di latta di turno, per la gioia dello schermo gigante full HD (precorrendo i tempi) dell'imperatore malvagio di turno. O della sexy imperatrice, a seconda.
Daitarn 3, Jeeg Robot d'Acciaio, Ufo Robot (anche noto come Uforobò), Voltron, Daltanius, Vultus V, Mazinga Zeta e ancora, e ancora, e ancora e ancora e ancora. Non riuscirei a nominarli tutti. Ce n'erano troppi, persino .
Se si fossero messi tutti assieme, i Meganoidi si sarebbero dati al giardinaggio per palese inferiorità numerica. O sarebbero tornati più tardi.
Io ricordo orde e orde di alieni mutanti gigantoidi, fatti esplodere al grido di "Attacco solare! energia!!!".
Tutta gente perbene, tutto sommato. Non lo assalivano mai in massa. Ce ne sono stati a dozzine che hanno messo alle strette il nostro Aran Banjo in singolar tenzone. Pensate se avessero avuto la bella pensata di dire: "Addosso, tutti assieme!"
Mai.
Al massimo due per volta. O tanti, ma scarsi. Mai tanti fortissimi.
Troppo leali.
Stolti meganoidi, alla fine ve lo meritavate di fare la figura dei fessi ogni pomeriggio.

Ma c'è un altro motivo per cui quei cartoni animati ci sono rimasti nel cuore e oserei quasi dire a noi Italiani più che ad altri. Le sigle. Alcune sono diventate quasi oggetto di culto, collezionate dagli appassionati.
Mitiche frasi come "Noi siamo un trio, all'erta e pieni di brio", "Capitan Futuro il domani vive già!" oppure le malinconiche note della sigla di Ken il Guerriero o la sigla di Occhi di Gatto, che piaceva così tanto a tutti i maschietti all'asilo (sebbene fossimo destinati a capirne solo più avanti il perché), sono rimaste nei cuori di tantissimi appassionati.

Le mie preferite:

Daitarn 3



Capitan Futuro



Lady Oscar



Lupin, l'Incorreggibile Lupin



Occhi di Gatto

Perdevo ore e ore, da piccolo, a guardarli. E, per essere onesti, qualche momento lo perderei volentieri ancora adesso!

domenica 19 settembre 2010

Tecnologia 3D, iPad e fumetto: uno sguardo sul domani?

Da una segnalazione di J. Scott Campbell sul faccialibro (adoro i suoi disegni!), vi "rimbalzo" un video parecchio interessante sulle possibili applicazioni del 3D dell'iPad, il noto nuovo marchingegno ultratecnologico con il marchio mela.
Essenzialmente, in questo video, di cui trovate il link qui sotto (il formato del blog fa a pugni con l'incorporamento diretto, che non riesco a formattare in modo appropriato), l'autore utilizza l'iPad per creare sfondi 3D a cui applicare i personaggi dei vecchi Street Fighter, dal 2 in poi. I risultati sono rudimentali, ma assai interessanti.
Leggeremo così i fumetti digitali?
Guardare per credere.

Il link diretto al Tubo, per il filmato.

Edit: il nuovo formato non litiga (esageratamente) con il riquadro di YouTube, perciò... Beccatevi questo!

lunedì 13 settembre 2010

Paperinik Cult #65

Questo numero di Paperinik Cult, reperibile in edicola, è un po'particolare per due motivi.
In primo luogo contiene una storia del mio maestro (e collega e amico) Sergio Badino: "Serie Zeta", storia che avevo la curiosità di leggere da parecchio tempo, sin da quando fu Sergio stesso a parlarmene, raccontandomi delle citazioni "starwarsiane" che aveva inserito qua e là.
Ulteriori commenti li lascio a Sergio stesso, qui nel suo blog.

Il secondo motivo è un po'più egoistico: la storia inedita di apertura, "Paperinik e la Car Can di Troppo", è stata scritta da me. Ma non finisce qui: dei disegni si è occupata Roberta Migheli, compagna ai tempi del corso di sceneggiatura presso l'Accademia Disney, nel non lontano 2007.

*** Nota: purtroppo al momento manca un'immagine decente. ***
*** Appena la avrò, provvederò a postarla qui. ***

Mille

Noto con piacere che il counter ha sorpassato il fatidico numero a tre zeri.

Permettetemi di stappare una virtuale bottiglia per festeggiare:

Pum!
Grazie tante a tutti.

mercoledì 18 agosto 2010

Minni e le Affinità Deduttive

Questa settimana, su Topolino 2856, trovate una mia storia: "Minni e le Affinità Deduttive". Storiella breve, 10 tavole in tutto, ma cui sono affezionato, perché è stata la prima a passare il severo scrutinio.
I disegni sono di Maurizio Amendola.
Qui sotto trovate la prima vignetta.
Non mi resta che augurarvi buona lettura, se vorrete!

lunedì 2 agosto 2010

BSG: come ti ammazzo una serie TV in due semplici stagioni


Uno degli esempi più eclatanti di cosa non fare di una serie TV, secondo me, è Battlestar Galactica (intendo la serie più recente, non quella del 1978).

La serie TV, che narra le vicissitudine degli umani sopravvissuti all'olocausto causato dai droidi ribelli detti Cylon, parte da un'ottima premessa che è una miniserie di 4 ore totali circa.
Questa miniserie ci presenta una rosa di ottimi personaggi a tutto tondo, dal primo all'ultimo, umani fino al midollo nel loro essere grandi e nei loro difetti.

Il setup, per chi non lo conoscesse, è il seguente: i Cylon sono robot intelligenti creati dagli umani che, come buona tradizione insegna, si sono ribellati, con conseguente guerra e gravi perdite da entrambi i lati.
Trent'anni dopo l'armistizio, i Cylon interrompono improvvisamente la tregua e sterminano la razza umana, lasciando poco meno di cinquantamila sopravvissuti, in fuga al seguito dell'unica nave da battaglia sfuggita all'attacco, la Battlestar "Galactica", per l'appunto. In questo già inquietante quadro, si inserisce la spada di Damocle dei Cylon creati per sembrare umani in tutto e per tutto: non si sa chi possa essere un Cylon e chi no.

La miniserie è qualcosa di epico e tragico. Grandiosa.
Segue la prima stagione, ben fatta, capace di mantenere vivo l'interesse per tutti i personaggi delineati in precedenza, senza tralasciarne nessuno (e sono tanti) e, nel contempo, tenendoti incollato alla poltrona da un episodio all'altro.
E poi c'è la lavagnetta. La lavagnetta è dove viene tenuto il conto dei superstiti e, giuro, vedere quel numero scendere episodio dopo episodio, a seconda di quanti ne muoiano strada facendo, mette un'angoscia addosso che aiuta tantissimo a immergersi nella vicenda, tanto da farti esultare quando il conteggio aumenta di uno perché è nato un bambino.

Queste premesse vengono tutte sistematicamente disattese nel corso della seconda stagione.
La minaccia rappresentata dai Cylon cala drammaticamente, rendendoli poco più che comparse. I personaggi diventano spaventosamente bidimensionali e spesso non coerenti con sé stessi. La vicenda vera muore poco dopo la metà della stagione, il conteggio dei superstiti comincia a mostrare incongruenze (e dà fastidio) con quello che succede e, dulcis in fundo, prima che i personaggi abbiano finito di dire quel che avevano da dire, si fa un salto temporale di un anno in avanti nel tempo che cambia tutto.

E' sconcertante vedere che si arriva a fine della prima stagione, ansiosi di sapere quello che accadrà dopo e ritrovarsi all'ultimo episodio di stagione due ad aspettare di vedere i titoli di coda perché ti annoi.

Pessimo. Pessimo esempio.

venerdì 25 giugno 2010

True Blood

True Blood, per chi non lo sapesse, è una serie TV sui vampiri. Un po'più adulta della media delle serie TV sui vampiri. Al momento ho visto il primo episodio, quindi non sono ancora in grado di stabilire se mi piaccia o meno, ma per ora, sembra che si siano impegnati davvero parecchio a fare in modo che la serie contenesse tutti gli stereotipi delle storie di vampiri. Più qualche scopiazzatura qua e là di varia natura.
Verosimilmente, il colloquio tra autore e produttore può esser stato una cosa del genere:

Autore: "Ehi, ho qui sotto braccio un'idea fantastica per una nuova serie" (quando vengono presentate, ho idea che tutte le idee siano fantastiche).

Produttore: "Bene, di che parla?"

Autore: "E' la storia di una ragazza in una piccola cittadina che incontra un fascinoso vampiro!"

Produttore: "Non hai mai sentito parlare di Twilight, vero?"

Autore: "Ma la serie TV sarebbe ispirata a Southern Vampire Mysteries! Una serie di libri usciti prima di Twilight!"

Produttore: "Ah, e prima era un'idea originale?"

Quando si pensa di aver avuto un'idea nuova, una buona idea, qualcuno l'ha già avuta prima.
E probabilmente qualcun altro prima ancora.
E prima ancora...
E ancora...
E...


Autore (che a questo punto inizia a essere Sudaticcio): "Ehm... Ma questo è del tutto diverso! Vediamo... Lei non è mica una ragazza come tutte! Lei... Lei sa... Sa leggere nel pensiero!"

P: "Nel pensiero di tutti?"

Autore Sudaticcio: "No, no! Il pensiero dei vampiri non può!"

P: "Non può cosa?"

Autore Sudaticcio: "Leggerlo."

P: "Ah. E poi?" (Il Produttore, a questo punto, sta probabilmente pensando a questo)

Sudaticcio: "E poi... E poi... Ah, ecco! Ci sono i vampiri che sono usciti allo scoperto e ora tutti sanno che esistono!"

P: "Sì. Perché?"

Sudaticcio: "Ehm... Perché? Perché... Perché... Beh, perché i Giapponesi hanno creato il... sangue sintetico! E lo puoi comprare al supermercato!"

Mi sembrava di ricordare che ci fosse un altro gruppo di superumani uscito allo scoperto...
Entrambi questi gruppi "diversamente umani" hanno una rappresentante gnocca in TV che ci rende edotti sulla situazione socio-politica.

Produttore (che, cattivo segno, si aggiusta il nodo della cravatta, mette in ordine il plico di carte davanti a lui o fa un altro di quei gesti di chiusura che si trovano nei libri di comunicazione non verbale, oppure carica il canne mozze a sale grosso): "Guarda, la tua idea mi piace, davvero, ma..."

Sudaticcio: "Aspetta! Non ti ho detto che faranno tutti tanto sesso!"

Produttore: "Approvata!"

Morale della favola: mai arrendersi al primo no.

mercoledì 9 giugno 2010

Aggiornamenti Barbarici

Il progetto Krottle continua a crescere ed evolversi. Federico dà ancora una prova della sua bravura e passione, portando avanti la ricerca per una declinazione grafica ideale.
Con gran piacere vi presento la sua ultima fatica.
Qui il suo blog, dove potrete ammirare altri suoi lavori.


martedì 25 maggio 2010

Presto...

In attesa di sederci sulla poltroncina in sala (avremo da aspettare fino al 18 Giugno), eccovi un assaggio che ha il sapore dei ricordi...

lunedì 17 maggio 2010

Il Principe di Persia

Siamo di nuovo in ambito cinematografico con un (altro) film tratto da un celeberrimo, omonimo videogioco o, meglio, da una serie di videogiochi nata quando ancora un certo muro non era caduto. Nel 1989, due fratelli (Jordan e David Mechner) sviluppano un motore grafico rivoluzionario, capace di riprodurre movimenti umani con una fluidità fino ad allora mai vista.

Fu un successo privo di precedenti, destinato a cambiare il modo di giocare.

All'inizio la trama era molto semplice, riassunta, per le ovvie limitazioni delle piattaforme allora disponibili, con un breve testo introduttivo, invece che un filmato, come i videogiochi di ora ci hanno abituato.
Trama: il malvagio visir (ovviamente si chiama Jaffar) ha preso il potere e dato un'ora di tempo alla principessa per decidere se sposarlo o morire. Il nostro bello, catturato, dovrà percorrere tutta la torre del visir, dalle segrete alla cima, per salvarla prima dello scadere del tempo.

Gioco assai dinamico, veloce (l'ora di tempo data alla principessa era un'ora di tempo reale) e coinvolgente. I livelli ponevano una serie infinita di ostacoli, quali guardie, trappole mortali di svariati generi, pavimenti cedevoli, fossati e via dicendo. Dimostrazione del fatto che ai videogiochi non serve avere una trama per essere considerati ottimi, ma devono coinvolgere il giocatore in prima persona e al masismo grado. Caratteristica che si è un po'persa dopo l'introduzione dell'idea di videogioco come film interattivo (con i pregevoli "Another World" e "Flashback"), concetto che, portato all'esasperazione, pone il giocatore di fronte a filmati con grafica mozzafiato, intervallati dal gioco, talvolta di qualità scadente.

Ma veniamo al film, targato Disney. Prince of Persia: the Sands of Time ci presenta Jake Gyllenhall (Donnie Darko) nei panni del principe, in un outfit che riecheggia molto da vicino la più recente versione videoludica.Fa la sua comparsa anche Alfred Molina.
Che dire, io una chance a questo film la darei.

Ecco il primo "Prince of Persia" in tutto il suo splendore.

venerdì 14 maggio 2010

Di archi, frecce e calzamaglie

Di Robin Hood ne abbiamo visti un sacco, forse due. Per averne un'idea, basti dare un'occhiata a questa pagina di imdb. Dal 1912 a oggi, il cinema ci ha proposto più di 100 versioni del personaggio.

Una carrellata delle più meritevoli.

1922, Douglas Fairbanks.


1938, Errol Flynn, forse il più famoso.


Persino Sean Connery ha prestato l'attempato sembiante al famoso arciere.


Come non citare la celeberrima versione Disney del personaggio?


Nel 1991, tocca a Kevin Costner


Il divertente "Robin Hood, Un Uomo in Calzamaglia" di Mel Brooks


E arriviamo al Robin di Russel Crowe!

Tutti questi passando ovviamente anche per produzioni nostrane quali il Robin Hood interpretato da Giuliano Gemma, oppure il meritevole, ma passato in sordina perché quasi contemporaneo al Robin di Costner (oltre che essere una produzione TV), Robin Hood di P.Bergin.

Due sole domande, per concludere, circa la recente versione targata Crowe: 1) Se ne sentiva davvero il bisogno? 2) Russel Crowe come Robin Hood? Al massimo Little John...
Ovviamente mi incuriosisce tantissimo e andrò a vederlo!

Alla prossima!

martedì 11 maggio 2010

Morto Frazetta

Un'immagine-copertina di Frazetta ispirata al racconto
"Rogues in the House"
della serie di Conan il Barbaro

Ci lascia, in data 10 Maggio 2010, Frank Frazetta.

Grazie ad Alfredo per la segnalazione.

venerdì 7 maggio 2010

Oro, laccato rosso.

Ovviamente mi riferisco all'oro e rosso di Iron Man.
Del film attualmente nelle sale, il secondo, ho accennato qualche giorno fa, qui.
Film carino, nulla di che, promosso per il rotto della cuffia.
Tecnicamente la trama funziona, ma in più punti l'attenzione cala per mancanza di vere informazioni. Non è un film che ti tiene incollato alla poltroncina: due ore di pellicola che, purtroppo, fanno sentire un certo peso.Robert Downey Junior sempre più rockstar, un Samuel L.Jackson manager d'azienda, più che super agente, Scarlett Johansson gnocca come sempre, ma totalmente fuori dal contesto.
Buono il villain interpretato da Mickey Rourke (Ivan Vanko, alias Whiplash), ma forse si poteva fare di più.

Chiudiamo con una foto di Scarlett in posa improbabile.
Alla prossima!

venerdì 30 aprile 2010

Oggi - Stark is Back


I Canadesi aspetteranno ancora 7 giorni, noi da stasera potremo rifarci gli occhi. Vi confesso che ho la scimmia attaccata tenacemente alla nuca.

lunedì 26 aprile 2010

Immagini e Storie, Storie per Immagini

Rieccoci qui, dopo il lungo silenzio.

Quando si parla di sintesi, si può intendere una storia molto breve, poche pagine (o tavole) molto intense, dialoghi brevi, sincopati ed efficaci.
Parlando di fumetti si può pensare alla tavola autoconclusiva, alla striscia, persino alla vignetta satirica, come se ne vedono molte.Spesso, però, anche una sola immagine, persino priva di qualunque dialogo, è una storia intera, completa di incipit, svolgimento e desinit.

Vediamo un esempio preso a prestito dal noto sito verydemotivational.com/.



Questa è una storia completa, senza bisogno di dialoghi, di racconto, di parole, insomma. Capiamo bene come sia iniziata e come andrà a finire: tutti gli elementi sono raccolti in quest'unico scatto: un marito serio, "quadrato", un giovanotto fascinoso, il vino del "dopo", una minacciosa collezione di armi.
Il commento sottostante è puramente accessorio all'effetto comico: senza di esso, la storia è cronaca nera.

giovedì 4 marzo 2010

Conan. E già che ci siamo...

Nel suo studio, Conan il governatore conserva questa chicca...

Dato che eravamo in argomento, ho pensato di postare queste due foto che, sebbene siano ormai ben note, suscitano sempre un sorriso. Infatti, il buon vecchio Arnold, ama tenere nel proprio studio l'arma del personaggio che lo lanciò verso le vette del successo.
In quella scatola foderata, c'è la spada usata originalmente nel film, ovviamente.

Qui sotto, invece, lo vediamo intento a dilettare i colleghi. Ovviamente il popolo internettiamo ha aggiunto del suo!

"Ricordando il suo ruolo nei panni di "Conan",
il Governatore Schwarznegger ha deciso che il solo modo
di estinguere il debito della California
è quello di invadere e saccheggiare gli stati vicini più ricchi."

mercoledì 3 marzo 2010

Conan, ieri e... domani?

Conan, come tutti noi lo ricordiamo...

... e Conan come i nostri figli lo ricorderanno!

Stando a Imdb, il 2011 vedrà la nuova pellicola dedicata al Cimmero di R.E. Howard.
Il candidato per il ruolo del poderoso barbaro, è, al momento attuale, tale Jason Momoa, dal fisico indubbiamente atletico, ma decisamente poco "cimmero" nell'aspetto.

lunedì 15 febbraio 2010

Sherlock Holems Baffled



Questo grazioso filmatino è la prima trasposizione su pellicola di Sherlock Holmes. Un breve pastiche rapido come un lampo, divertente e insolito, nel presentarci uno Sherlock decisamente atipico, che si fa fregare da un ladro assai particolare.

martedì 9 febbraio 2010

Buffy the Vampire Slayer - La Serie Animata

O, meglio: la serie animata che non ci fu.

Old, lo so. Progetto andato in fumo, sopravvive solo il pilota di 3 minuti.



Peccato, perché adoravo la serie televisiva, che rimane una delle più valide dell'ultimo decennio (o degli ultimi tre lustri, per essere più esatti).
In questo breve pilota c'è tutto: azione, humor e situazioni surreali.
Qualche differenza stilistica rispetto alla serie TV, ma gli elementi fondamentali ci sono tutti.
Quanto basta per farmi sbavare per qualcosa che non ci sarà mai.

martedì 2 febbraio 2010

Star Wars o Frame Wars?

Com'era prima e...


... Com'è ora!


Versione vecchia e versione nuova. Entrambe hanno i loro pregi: la vecchia ha il bello dell'originale e quel caro vecchietto è il papo papozzo di Luke che tutti abbiamo conosciuto e amato fino a pochi anni fa.
Ma nemmeno la nuova, seppur controversa, versione è priva di meriti: il messaggio della redenzione di Anakin è più forte e forse più efficace. Certo è che vedere il non proprio brillantissimo Hayden Christensen accanto a Sir Guinness ha suscitato le perplessità di non pochi.

Voi quale preferite?

venerdì 15 gennaio 2010

Spider Man 4 sul baratro


Tira brutta aria per il ragnetto, a questo giro.
Dopo esser stato dietro la cinepresa per i primi tre capitoli, infatti, Raimi abbandona, in lite con la produzione.
Dopo un terzo film non brillante, Raimi si era impegnato a "riprendersi" in questo quarto appuntamento col tessiragnatele, ma la produzione ci ha messo lo zampino, prima imponendo un villain di troppo (la Gatta, alias Anne Hataway), in aggiunta a quello pianificato da Raimi (che aveva fortemente voluto, nonostante i dubbi della produzione, l'Avvoltoio, per il cui ruolo è confermato John Malkovich).

Entrambi gli attori, comunque, stando a Imdb, sono ancora "rumored", cioè non confermati. Il film, d'altronde, è ancora in fase di sviluppo: tempo per cambiamenti ce n'è ancora.

In seguito alle perplessità del regista, il ruolo della Gatta è stato trasformato in quello della Donna Avvoltoio (Vulturess), villain nuovo di zecca, per non togliere la Hataway dalla produzione.
In aggiunta a questo, pare che la Sony si sia imposta per l'aggiunta di un terzo villain.
Colpo di grazia il cambiamento dello sceneggiatore originale, preferito da Raimi, in favore di altri.
Inevitabile, a questo punto, l'abbandono del regista, che si dedicherà al progetto Warcraft e The Evil Dead (quarto capitolo della celeberrima serie di film). Con lui la produzione perde anche Tobey Maguire, il cui posto è conteso tra diversi nomi, fra cui Robert Pattison, fresco fresco da Twilight.

Fonte.

Non c'è che dire, andiamo bene.

venerdì 8 gennaio 2010

I Cattivi in Krottle

Primo post dell'anno (auguri!).

Andiamo avanti con la carrellata di personaggi della serie "Krottle il Barbaro". Come al solito il merito per la creazione grafica dei personaggi va a Federico Franzò.

Un buzzurro di prima categoria.

All'angolo di destra (cioè nell'immagine qui sopra) potete notare Biekus: qualunque difetto possiate immaginare, lui ce l'ha. La sua caratteristica principale è la vigliaccheria: allo scontro diretto preferisce l'uso di lacchè e il tradimento. Krottle non avrà vita facile con lui. L'elmo che indossa non sta lì per figura.




Ecco a voi il signore delle Arti Oscure!

E veniamo al secondo: dall'angolo di sinistra il padrone incontrastato di stregonerie e regni demoniaci, Doom-do Suul. Questo stregone è di quei malvagi capaci di mettere a punto piani per la conquista del mondo. Se per caso, durante l'esecuzione di tali piani, morte e distruzione venissero disseminate con generosità, tanto di guadagnato.
Ama sacrificare giovani vergini agli dei oscuri, ma ultimamente questo si fa sempre più difficile: le ragazze indifese sono sempre più rare, dato che ormai sono tutte principesse guerriere, incantatrici potentissime o amazzoni in grado di badare perfettamente a sé stesse. Se, per questo motivo, Krottle è un eroe precario (professionalmente parlando), Doom non se la passa meglio come villain di professione.
Sono tempi difficili per tutti.
Se pensate che il nome abbia a che fare con il Thulsa Doom di Schwarzneggeriana memoria, siete nel giusto (quasi), ma questo è l'unico omaggio di questo personaggio al cattivo della pellicola di Milius.

Orbene, tra Biekus e Doom-do Suul Krottle ha di che essere impensierito. A presto!
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