giovedì 2 agosto 2012

Autorità dell'autore

 SPOILER ALERT
In questo post parlerò dei finali di Le Iene, Inception, e dell'ultimo episodio della serie TV Firefly.
Vi considero avvisati, procedete a vostro rischio e pericolo.

Perdonate l'orrido gioco di parole del titolo, ma era l'unico modo di riassumere in poche parole l'argomento del post: ogni autore, all'interno della sua opera, è, di fatto, l'autorità suprema
Sta a lui la gestione di questo "potere", ma, volendo, può creare, cambiare, deformare, distruggere, annullare, ricreare, a suo piacimento, qualunque dettaglio presente nel mondo della sua storia.
E queste sono le cose ovvie, che tutti sappiamo.
Ma dove finisce quest'autorità assoluta?
Continua in eterno, oppure termina con la parola "fine"?

La narrazione è tale soltanto finché viene recepita da un pubblico. Io ho spesso immaginato questo processo come un trasferimento da una a più menti. Durante questo "download", è l'autore a dettare le regole, mentre chi usufruisce della storia può riempire (spesso istintivamente, senza nemmeno accorgersene) alcune "zone grigie" di minima importanza (che cosa c'è in quel vicolo, dove si va procedendo dall'altra parte...).
Poi arriva il finale che, talvolta, ci lascia con un dubbio, un punto interrogativo.
Ecco, questo è il momento dopo il quale l'autore non ha più il diritto di dirvi che cosa succede.

Il bello di una storia con il finale "in sospeso" (non un cliffhanger, che invece presuppone una continuazione) è che chi ha seguito la storia può completarla secondo la propria sensibilità: si tratta, in sostanza, della prima forma di interattività narrativa.

Faccio un esempio: nel finale di Le Iene (Reservoir Dogs, 1992), Mr Pink fugge dal capanno, esce fuori campo e udiamo alcuni spari. Il destino del personaggio non ci viene mai mostrato in camera.
Tarantino, interrogato sul destino del suo personaggio, rivela che muore anche lui, come si capisce dagli spari.


Io non sono d'accordo.
Si tratta di un finale aperto: può essere successo di tutto, a Mr Pink. Può essere lui a sparare a un agente, uccidendolo e riuscendo a fuggire, come d'altronde ha già fatto. Quei colpi possono mancarlo e lui riesce a fuggire. Oppure, sì, può persino essere come dice Tarantino: viene ucciso dagli agenti. Però può anche essere che venga soltanto ferito e arrestato, o mandato in coma... Le possibilità sono infinite.
Per quel che ne sappiamo, può esser stato rapito dagli alieni, una volta fuggito.
Ma questo sta alla libera interpretazione di ognuno, individualmente. Tarantino non ha più potestà assoluta: non ce l'ha mostrato all'interno della sua storia, l'ha lasciato fuori e, pertanto, ognuno di noi può decidere se Mr.Pink sia vivo o no.
Per Tarantino è morto.
Per me è vivo.
Chi ha ragione? Entrambi, ognuno nel contesto della propria percezione.

Esempio 2: Inception (2010) termina in maniera molto ambigua. Sappiamo che se la trottola di Cobb smette di girare, siamo nella realtà, mentre se continua, ci troviamo in un sogno. L'ultimissima ripresa è sulla trottola, che gira sul tavolo, oscilla un istante, ma, prima di sapere se cadrà o se continuerà a girare, lo schermo si oscura.
Siamo nel sogno, o nella realtà?


Non lo sappiamo. Lo decidiamo noi.
Non possiamo averne la certezza, proprio perché, abilmente, Nolan ci fa vedere che la trottola oscilla un istante, mettendoci il dubbio. Ovviamente, se la trottola fosse caduta, non avremmo potuto avere dubbi. Così anche se la trottola fosse rimasta perfettamente sul proprio asse.
D'altra parte, il tema centrale del film è che siamo noi, in definitiva, a decidere che cosa sia la nostra realtà.
Di nuovo, per me, che sono un inguaribile ottimista, l'istinto è pensare che, tra poco, la trottola cadrà.
Qualcun altro può invece ritenere che la trottola continuerà a girare per sempre e avrebbe altrettanta ragione: in questo momento, la storia cessa di essere universale e diventa privata. Ognuno la conclude come preferisce.

Esempio 3: la celebre serie TV Firefly (2002) fu tagliata dal network a metà della prima stagione, quando erano stati trasmessi 11 dei 14 episodi prodotti. La serie è stata quindi conclusa grazie al film Serenity (2005), ma, ai fini del nostro discorso, è l'ultimo episodio della serie TV a interessarci.
Un cacciatore di taglie si è introdotto sull'astronave per catturare uno dei personaggi. Alla fine, viene buttato fuori bordo e lasciato andare alla deriva nello spazio. L'episodio si conclude con il cacciatore di taglie che fluttua nel vuoto siderale e, guardandosi attorno, dice, rassegnato: "Well, here I am" ("Bene, eccomi qui").
Qualche tempo dopo, al ComiCon, Joss Whedon, creatore della serie, venne intervistato e si sentì fare la seguente domanda, dai fan: il cacciatore di taglie sopravvive o muore?
Lui risponde di sì.
Ma è la sua esclusiva interpretazione personale: non lo sappiamo e probabilmente non lo sapremo mai, quindi ognuno è libero di deciderlo come preferisce. Di nuovo, qui le possibilità sono infinite.

Let me make this abundantly clear...

Alla fine, l'autore possiede il potere assoluto sulla storia che sta scrivendo, ma, non appena giunge alla parola "fine", questo potere cessa di essere solo suo e diventa di tutti. Quello che è stato narrato è incontrovertibile: lo abbiamo letto, lo abbiamo visto, lo abbiamo vissuto. Quello che non viene mostrato, invece, è ancora lì "in potenza", dunque accessibile a tutti.

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