lunedì 1 ottobre 2012

Desbeliniamoci

Desbelisnarsi: vocabolo tipicamente genovese a indicare la necessità di svegliarsi, una buona volta.
Capita a tutti di sentirsi dire "Ma lavora gratis, ne ricavi in pubblicità!" e altre cialtronate del genere.
L'unica risposta accettabile a queste proposte è un sentito e cortese "No".

Ecco quel che ne pensa Harlan Ellison (noto autore di romanzi, racconti, sceneggiature per la TV):


Lo si vede: è incazzato nero. Perché? Perché la gente in tutto il mondo si ostina a considerare quello dell'autore un "lavoro finto", come se fosse possibile farlo nei ritagli di tempo, o quando ci va, o che, in ogni caso, serva poca fatica per farlo. E se questo atteggiamento fosse diffuso solo nella massa, direi, ce ne potrebbe importare relativamente poco. Purtroppo, è pieno di persone che approfittano di questa concezione e che tentano di trarre profitto dal lavoro altrui.

Ma non si tratta solo di qualche bellimbusto in giacca e cravatta, il cui tentativo di farti lavorare gratis è pure abbastanza palese, una volta visto attraverso l'inganno. No, ce ne sono di più subdoli ancora, come, per esempio, un sacco di siti su cui si pubblicano racconti, con "garanzia" di visibilità da parte delle case editrici.
Numero uno: la visibilità da parte delle case editrici, su siti del genere, è nulla. Non capita l'editor di Mondadori a leggere qualche lavoro lì, così, perché non sa che cacchio fare.
Numero due: i creatori del sito guadagnano con i contatti generati dai lettori dei racconti pubblicati, senza che gli autori degli stessi percepiscano alcuna percentuale del frutto del loro stesso lavoro.

Un autore deve essere prima di tutto capace di dare valore al proprio lavoro. E, in questo caso, si tratta di capire quanto costa il proprio tempo. Eh sì, il tempo ha un costo, soprattutto perché non veniamo pagati a giornata, ma un tanto al chilo: se scriviamo, percepiamo un compenso, se no... No.

Quando ci propongono di lavorare gratis...
La risposta giusta può essere questa...


Dunque, incazziamoci. Quando qualcuno vuole che gli regaliamo il nostro lavoro, incazziamoci. Quando c'è chi vuole lucrare sulla nostra professionalità, incazziamoci. Quando tentano di approfittare del prodotto della nostra fatica, senza pagarci, incazziamoci.
Il discorso vale anche al contrario: chi è disposto a lavorare gratis "pur di pubblicare", "pur di farsi notare", dovrebbe farci incazzare. Tanto, tantissimo.


... Oppure questa.

2 commenti:

Mario De Roma ha detto...

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http://www.lindsredding.com/2012/03/11/a-overdue-lesson-in-perspective/

«Time moved on, and during the nineties technology overran, and transformed the creative industry like it did most others. Exciting new tools. Endless new possibilities. Pressing new deadlines. With the new digital tools at our disposal we could romp over the creative landscape at full tilt. Have an idea, execute it and deliver it in a matter of a few short hours. Or at least a long night. At first it was a great luxury. We could cover so much more ground. Explore all the angles. And having exhausted all the available possibilities, craft a solution we could have complete faith in.

Or as the bean counters upstairs quickly realized, we could just do three times as many jobs in the same amount of time, and make them three times as much money. For the same reason that Jumbo Jets don’t have the grand pianos and palm-court cocktail bars we were originally promised in the brochures, the accountants naturally won the day»

Gabriele Panini ha detto...

Benvenuto. Link davvero molto interessante.

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